Hortus Incomptus | Petunie
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Encomio delle petunie vecchio stile

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Vi elogio, petunie prodighe, esuberanti, indefesse. Il caldo di luglio sprigiona dai vostri fiori nubi odorose dense e fluttuanti. Avete colori pastello poco vistosi se non per l’accumulo di corolle molteplici. Tutt’altra cosa le cascate porpora e fucsia delle surfinie che ha la vicina, festoni che si avvistano già dall’imboccatura della via. Non vi trovo un difetto: siete memoria vivente dei giorni quand’ero bambino.

Se mi scrollo di dosso i sogni nostalgici, vi metto però a fuoco col senno del giardiniere. Vi ho messe in cassette troppo strette e vi bagno e concimo copiosamente due volte al giorno, ma già scorgo l’insidia: qualche foglia ha macchie sospette, tra non molto esploderà una qualche crittogama, forse mal bianco. Meglio godere della vostra grazia finché dura.

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Verso fine giugno

Siamo nella parte più bella dell’estate. Non c’è ancora la cappa di afa tipica delle estati da queste parti. Tutto verdeggia e fiorisce. Il giardiniere ha il suo daffare a innaffiare, ma il rigoglio lo ricompensa delle fatiche.

Ci sono le rose, qualche pomodoro immaturo, i fiordalisi, le petunie, i piselli odorosi.

Le petunie sono quelle dei vecchi giardini del tempo che fu. Ho comprato i semi da Chiltern Seeds, un ottimo fornitore inglese, con un catalogo davvero interessante, già nel formato, con descrizioni dense, succose e spesso ironiche. Credo che in inglese si chiamino vining petunias; la mia nonna le chiamava campanelle. Da lei, nella casa in collina, nascevano tra le crepe dell’asfalto, riseminandosi di anno in anno. Le ho cercate per anni e finalmente le ho ritrovate. Hanno un profumo celestiale, un po’ greve, e tinte pastello molto discrete. Niente a che vedere con le volgari surfinie, che pure hanno un loro fascino; purtroppo non le sopporto molto, anche se devo ammettere che colorano i balconi come pochi altri fiori. Hanno praticamente soppiantato i pelargoni, visto che il Cacyreus marshalli ne fa strage, da un po’ di anni.

I piselli odorosi (Lathyrus odoratus) sono una vera iattura. Mi ero già ripromesso di non riseminarli più. Quest’anno ho tentato di nuovo perché un’amica me ne ha regalato due buste. Dànno un tocco da cottage garden che non mi dispiace affatto, è vero, ma nei nostri climi (afa, umidità, niente piogge) non ne vogliono sapere di prosperare e si ammalano, in sequenza, di ogni possibile piaga: afidi, ragnetti rossi, mal bianco. Cocktail esiziale, anche se concedo loro il beneficio dell’eutanasia estirpandoli prima che crepino. Lidia Zitara in Giardiniera per diletto dedica qualche pagina ai consigli per la loro coltivazione. Non che io non li segua… Però proprio non vengono. Perlomeno hanno fatto in tempo a fiorire, prima di morire anzitempo!

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