Hortus Incomptus | papaveri della California
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Dopo l’agognata pioggia, esplodono le fioriture

Oggi, al ritorno da un breve viaggio per motivi di studio, ritrovo il giardino in pieno rigoglio; ci sono stati tre o quattro acquazzoni che finalmente hanno intriso per bene d’acqua il terreno che ormai supplicava pietà dopo mesi di arsura.

Mi rincresce solo per la distesa fiorita di fronte a casa, che l’anno passato era molto più variegata, mentre ora è una distesa di soli papaveri della California, tutti tinta arancio – a séguito dello scavo eseguito con un mostro meccanico quest’inverno. Evidentemente tutti gli altri semi sono più deboli, o i papaveri della California sono veri eroi dell’autodisseminazione.

Eccoli qui che si bevono il sole a petali ben divaricati, tutti dritti come soldatini. L’aiuola così monocroma, monotona, monocorde non l’avrei voluta. Ho provato a prevenire e rimediare seminando a spaglio papaveri di altri colori, fiordalisi, e praticamente tutti gli avanzi di sementi che ho ripescato dal bussolotto di latta che ho adattato alla bisogna. Pazienza: conviene far buon viso e godersi questo colore intenso, squillante ma ammorbidito dalla consistenza ora cerosa ora sericea ora di velluto. Non conosco altri fiori con la stessa tinta e tessitura.

Però, ecco: vedo occhieggiare qua e là qualche cenno di altri fiori. Alcuni li conosco, altri no. Vedo qualche ciuffetto di Saponaria ocymoides e uno o due timidi fiordalisi. Per il resto, il rettangolo centrale dell’aiuola è davvero una prateria arancione.

viola arancio

Weigela

Saponaria ocymoides

sul selciato

peonia

peonie

Centaurea

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Visioni d’insieme

Eccezionalmente, pubblicherò numerose foto in formato gigante, in questo post. Vuole essere un omaggio alla Natura, che mi ha regalato questa primavera una distesa di fiori variopinti sul lato sud del mio fazzoletto vegetale. La cosa è nata un po’ per caso: la maggior parte dei fiori si sono riseminati da sé dalla precedente stagione. I veri protagonisti (vedettes, direbbe Maria Gabriella Buccioli) sono i papaveri della California, che stanno fiorendo e rifiorendo indefessi da giorni, contenti di non ricevere innaffiature e di vivere di un terreno parco, non concimato. L’arancio non è un colore che gradisco in modo precipuo, ma devo dire che la texture vellutata di questi fiori è meravigliosa. Altri comprimari di quest’intrico multicolore sono le calendule, il coriandolo, i garofanini dei poeti, le coreossidi, i papaveri dei campi, i fiordalisi. Ondeggiano al vento, scintillano al sole, punteggiati di farfalle e altri insetti operosi. Un vero tripudio.

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Accostamenti felici

Son stato fortunato: lasciando fare alla Natura, con solo qualche piccolo intervento, si sono creati due abbinamenti felici di colore. Perlomeno, a me pare che il rosso dei papaveri e il blu delle speronelle (intendo Consolida ajacisDelphinium consolida, ossia i delfinii annuali, non quelli perenni così diffusi nei giardini inglesi) creino un contrasto efficace e piacevole. Lo dico malgrado le singole tinte, il rosso scarlatto e il blu-viola, non mi facciano impazzire, in giardino. Altra tessitura, frutto un po’ di mestiere un po’ del caso, è quella dei papaveri della California color arancio frammisti a garofanini, perlopiù rosa lilla rossi fuxia.

Con l’occasione, mi riprometto di essere meno spontaneista e naïf (anzi, meno attendista e pasticcione) e di compulsare qualche testo di teoria del colore e sugli accostamenti studiatamente organizzati per il massimo effetto estetico di armonia e contrasto. Mi viene in mente Penelope Hobhouse: la aggiungo sùbito alla to-read list. Ovviamente, consideràti il clima della mia zona, la natura del mio terreno, l’insipienza del mastro giardiniere, la personalità ora spartana ora esuberante (ma sempre incostante e volubile) del mio giardino, non mi propongo affatto di arricchirlo di bordure miste (che brutta traduzione “bordi misti”!) all’inglese. Sarà di nuovo la sindrome della volpe e dell’uva? Può darsi. Ad ogni modo, non credo che avrei la perizia e la costanza per creare e accudire una bordura mista “di scuola” (magari con le graminacee: Heaven forbid!).

Mi accontento di semplici (fortuiti) matrimoni, come questi.

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