Hortus Incomptus | gaura
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Fumaggini

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Dopo un virulento attacco di mosca bianca, ecco apparire una livrea maculata di fumaggini…

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Fior di carta (straw flower). In botanica: Helichrysum monstruosumXerochrysum bracteatum (o via sinonimeggiando)

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tomiside

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Mi piacciono i rami flessuosi della gaura: pendono lassi dal terrazzo e porgono al vento le farfalle bianche dei loro fiori tremuli.

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Un’ape ci volge le terga, ma è tanto bellina che la perdoniamo.

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Congedo all’estate

Si intrecciano a quelle autunnali le ultime fioriture delle perenni e annuali estive. Mi sembra un arrivederci…

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Coreosside. Un giallo praticamente perfetto.

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Solita, unica, pianta di gaillardia. Sono tinte che non sceglierei, ma a caval donato (dal vento) non si guarda in bocca.

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Gaura. Ne ho di due colori. Questa, ‘Alba’, è superlativa per ramificazione e rifiorenza. Peccato che sia l’altra – di un colore tra porpora e rosa – a essersi già disseminata in giardino.

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Cosmos da seme. Mi hanno fatto dannare per tutta l’estate. Alcuni sono collassati dopo un temporale, altri sono seccati all’improvviso (temo per una malattia tipo verticilliosi o simile), altri hanno stentato a fiorire tutta l’estate, mettendo solo foglie (piumose e leggiadre, ma… pur sempre foglie; motivo? Forse acari o eccesso di azoto nel terreno). Adesso che sono riprese le piogge, sono letteralmente rinati. Era ora!

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Fuochi d’artificio: il botto finale.

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Verso fine giugno

Siamo nella parte più bella dell’estate. Non c’è ancora la cappa di afa tipica delle estati da queste parti. Tutto verdeggia e fiorisce. Il giardiniere ha il suo daffare a innaffiare, ma il rigoglio lo ricompensa delle fatiche.

Ci sono le rose, qualche pomodoro immaturo, i fiordalisi, le petunie, i piselli odorosi.

Le petunie sono quelle dei vecchi giardini del tempo che fu. Ho comprato i semi da Chiltern Seeds, un ottimo fornitore inglese, con un catalogo davvero interessante, già nel formato, con descrizioni dense, succose e spesso ironiche. Credo che in inglese si chiamino vining petunias; la mia nonna le chiamava campanelle. Da lei, nella casa in collina, nascevano tra le crepe dell’asfalto, riseminandosi di anno in anno. Le ho cercate per anni e finalmente le ho ritrovate. Hanno un profumo celestiale, un po’ greve, e tinte pastello molto discrete. Niente a che vedere con le volgari surfinie, che pure hanno un loro fascino; purtroppo non le sopporto molto, anche se devo ammettere che colorano i balconi come pochi altri fiori. Hanno praticamente soppiantato i pelargoni, visto che il Cacyreus marshalli ne fa strage, da un po’ di anni.

I piselli odorosi (Lathyrus odoratus) sono una vera iattura. Mi ero già ripromesso di non riseminarli più. Quest’anno ho tentato di nuovo perché un’amica me ne ha regalato due buste. Dànno un tocco da cottage garden che non mi dispiace affatto, è vero, ma nei nostri climi (afa, umidità, niente piogge) non ne vogliono sapere di prosperare e si ammalano, in sequenza, di ogni possibile piaga: afidi, ragnetti rossi, mal bianco. Cocktail esiziale, anche se concedo loro il beneficio dell’eutanasia estirpandoli prima che crepino. Lidia Zitara in Giardiniera per diletto dedica qualche pagina ai consigli per la loro coltivazione. Non che io non li segua… Però proprio non vengono. Perlomeno hanno fatto in tempo a fiorire, prima di morire anzitempo!

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